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Giovedì, 18 Aprile 2024

Tutta un'altra musica

 

hubert-sumlin-5Bisogna fare piena chiarezza sulla vicenda Casa delle Musiche. Il dibattito aperto nei luoghi istituzionali e sui mezzi di comunicazione ha assunto tratti inquietanti e talvolta offensivi per tanti dei soggetti coinvolti nella bagarre. Purtroppo non tutto si può chiarire in una lettera, c'è bisogno di aprire un dibattito vero. Ma iniziamo a dire qualcosa.

C'è un gran parlare in città unito ad una gran voglia, da tempo annunciata, di "aprire i cassetti", per vedere l'effetto che fa.Si vuol cambiare musica, ma bisognerebbe capire quel che si vuol cercare e dove si vuole andare, verso quale orizzonte procedere.

La questione musica a Terni (anzi la questione musiche) è diventata una vicenda esclusivamente burocratico-urbanistico-architettonica: delibere, bandi, appalti, magheggi, favori.

C'è un desiderio abnorme di trovare una storia da raccontare a Le Iene piuttosto che al Gabibbo, una storia simbolo dello spreco e del malaffare, dell'aria cattiva che tira da queste parti.

Bene, la storia della Casa delle Musiche (ex nuovo Pan Pot) tiene insieme diversi temi che balzano agli occhi e che sono propri del sentimento comune di sfiducia: spreco di soldi pubblici, appalti incomprensibili, bandi di gestione poco efficaci. Tutte cose che almeno in parte (magari piccola) si sono verificate. Vicende che hanno attraversato Amministrazioni di colore e indirizzo differente: chissà se qualcuno ancora si ricorda che l'intuizione (e poi il progetto) nasce in epoca Ciaurro con l'Assessore Pepegna? Una buona idea che trova ostacoli infiniti, nonché paradossali, fino ad oggi.

Ma questa storia sarebbe bene raccontarla tutta e una volta per tutte, perché non è un fatto privato ma della città intera. Una storia lunga oramai sedici anni.

Quel che oggi fa specie è l'accanimento ossessivo sugli aspetti formali e la completa assenza di idee sui contenuti: un vuoto penumatico assordante. La musica è aria in movimento, niente di più, come le chiacchiere. Per fare musica occorre soltanto uno spazio dove possa risuonare: le chiacchiere trovano i media, la musica fatica a trovare luoghi d'uso comuni.

Oggi rispetto al '98 è un altro mondo, un'altra musica. A Terni esistono numerosi spazi per fare musica e spettacolo già in uso e tanti altri non utilizzati che potrebbero essere conquistati: i teatri di posa dell'ex CMM; quelli di Papigno dove ancora è allestito il teatro usato da Benigni per le riprese televisive della Divina Commedia (1.200 posti tecnicamente agibili); capannoni dismessi; sale di locali pubblici piuttosto che di alberghi già pronte all'uso; ipotesi di interi paesi vocati alla musica come Collescipoli. Insomma tanti ottimi posti e tante buone idee. Manca soltanto una cosa: la volontà di andare oltre la polemica e mettere il naso (e le orecchie) dentro alle questioni. Quanti concerti andranno ad ascoltare i polemisti del caso? Di che genere? Cos'altro vorrebbero in termini di proposta? Quali sono i reali consumi culturali a Terni? Nulla, assolutamente il nulla.

Ma c'è di più: nessuno aprendo i famosi cassetti ha avuto interesse ad andare a leggere i progetti, i contenuti. Tanta curiosità si è riversata esclusivamente su questioni formali dove ci pare non ci sia ancora molto da approfondire.

E intanto la musica che fine fa? E i musicisti che sforniamo dalle tante scuole piuttosto che dal Conservatorio (unica istituzione culturale cittadina...)? e il pubblico?

Bene, noi non ci stiamo più. Non ci tiriamo indietro perché difendiamo la ratio dei progetti portati avanti con spirito di rete da quindici anni. Si chiama coerenza. Ma se serve perché non ripensare di nuovo la mission di quel posto, tutti insieme? Di quello e di tanti altri luoghi che oggi non hanno più una prospettiva?  Nel nostro progetto il primo punto era la costituzione di un "tavolo delle musiche", un luogo vero e permanente aperto a tutti i soggetti che in qualche modo hanno a che fare con la musica.

Però quando si cercano le carte bollate con ossessione magari non ci accorge di null'altro...

L'Arci vuole rilanciare, per amore delle musiche: convochiamo a Terni per inizio 2015 una prima edizione degli Stati Generali della Musica, lasciamo parlare tutti i soggetti competenti dentro una cornice di discussione seria, affrontiamo le questioni vere. Gli spazi avanzano ma le idee languono.

Noi ci siamo a metterci in gioco.

Continuando su questo filone uccideremo la musica, o quel che ne rimane.

Abbiamo bisogno di politiche per la musica, non di muri.

Perchè ci vuole orecchio, [...] e anche parecchio.

Terni, 24/10/2014

IL PRESIDENTE

Francesco Camuffo

 

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