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Martedì, 07 Maggio 2024

25 Aprile 2015

format sito x 25 aprileSono passati settanta anni dal quel 25 aprile del 1945 in cui il nostro paese, grazie alla lotta partigiana, si liberò dal nazifascismo.

Da allora l'Italia ha conosciuto un grande sviluppo civile, democratico ed economico, grazie al contributo e alle lotte del movimento operaio, dei movimenti sociali e delle formazioni politiche democratiche. Ma ha anche vissuto periodi di crisi e di arretramento, come quello attuale.

Siamo immersi nella più grande crisi economica dopo il '29. L'Europa, uno dei sogni nati dall'antifascismo militante, è poco più di un'unione economica e le sue politiche di austerità peggiorano la situazione.

Il ricorso alla guerra in tante parti del

mondo nega quella pace e quella solidarietà tra i popoli che vennero solennemente affermati con la fine della seconda guerra mondiale. La democrazia conosce una brusca restrizione, persino nelle leggi elettorali. Razzismo, xenofobia e neofascismo hanno rialzato la testa, come si vede nella vera e propria guerra che si sta conducendo contro i migranti.
Il settantesimo della Liberazione non è quindi solo il momento del ricordo, ma dell'impegno, in altri modi e condizioni, per gli stessi ideali di democrazia e di giustizia sociale che animarono coloro che combatterono con il sacrificio della loro vita il nazifascismo.

Noi dell'Arci ci sentiamo profondamente debitori nei confronti di quella generazione. Se esistiamo è grazie ad essa. Altre generazioni, in altre parti del mondo ne hanno seguito l'esempio. Perché, come disse Salvador Allende: "Vale la pena morire per le cose senza le quali non vale la pena vivere".

 

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