L'ARCI sulla Strage di migranti a Lampedusa
"Ci sono corpi ovunque", dicono con orrore i soccorritori. Finora sono stati recuperati più di 90 cadaveri, ma almeno 250 persone sono ancora disperse. Questa l'ultima tragedia che si è consumata stamattina a Lampedusa. Una vera strage, che provoca in noi dolore ma anche una grande rabbia.
Dov'erano le motovedette di Frontex, il sistema di avvistamento in mare voluto dall'Ue, che oltre a garantire l'inviolabilità delle frontiere europee – nelle intenzioni di chi lo ha ideato e finanziato – dovrebbe, almeno sulla carta, intervenire anche per operazioni di salvataggio in mare?
Cosa deve ancora succedere perché il governo si decida a cambiare radicalmente rotta sull'immigrazione, rendendo finalmente possibili gli ingressi legali in Italia e consentendo a chi arriva per chiedere protezione di farlo in sicurezza.
Si additano giustamente gli scafisti come spregevoli trafficanti, ma non ci si interroga sul perché i profughi, per arrivare in Europa, non hanno altra possibilità se non quella di affidarsi a loro, pagando cifre enormi.
L'ipocrisia di una classe politica che in tutti questi anni non ha messo mano a una legislazione che criminalizza i migranti, non si occupa della loro sicurezza, non prende misure per garantire un'accoglienza dignitosa e ora si dice addolorata è diventata davvero intollerabile.
Pensare che la risposta a simili tragedie stia in un ulteriore giro di vite della chiusura delle frontiere e della cosiddetta lotta all'immigrazione clandestina - come si sente dichiarare in queste ore - significa soltanto rafforzare irresponsabilmente le cause che le provocano.
Chiediamo che in tutto il paese si proclami una giornata di lutto nazionale per ricordare e onorare come è giusto tutte queste persone che hanno perso la vita per fuggire da guerre e violenze e trovare ospitalità in un'Europa che ha blindato le proprie frontiere.
Chiediamo che vengano sospesi tutti gli accordi bilaterali sottoscritti dall'Italia con i paesi del nord africa, a cominciare da quello con la Libia.
Chiediamo che vengano immediatamente adottate le misure necessarie a garantire un'accoglienza dignitosa e rispettosa dei diritti umani per le persone che sbarcano sulle nostre coste. Non si può scaricare sulla sola comunità di Lampedusa la gestione degli arrivi.
Chiediamo che il governo italiano proponga con forza all'Europa di aprire un corridoio umanitario per i profughi siriani e per quanti arrivano dai paesi del corno d'africa per chiedere protezione.
Questa strage deve finire. Vogliamo poterci sentire cittadini di un paese che rispetti i valori di umanità e civiltà.
Roma, 3 ottobre 2013