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Giovedì, 25 Aprile 2024

" Più risorse per l’istruzione pubblica e la ricerca"

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Il governo deve cambiare rotta se davvero vuole
portare il paese fuori dalla crisi

 

Dichiarazione di Francesco Camuffo, responsabile nazionale Scuola dell'Arci

 

Mentre è in discussione alla Camera il c.d. decreto Istruzione, si cominciano a conoscere in maniera più dettagliata i contenuti della legge di stabilità e il quadro, per quel che riguarda il diritto allo studio, non è affatto buono.

Gli stanziamenti presenti nel decreto sono infatti ancora del tutto insufficienti per segnare quell'inversione di tendenza di cui ci sarebbe assolutamente bisogno per contrastare la dispersione scolastica, qualificare l'offerta formativa anche attraverso la stabilizzazione del personale, potenziare il welfare studentesco a sostegno di giovani e famiglie sempre più in difficoltà a causa della crisi.

E mentre il governo lamenta la difficoltà a reperire risorse per invertire la rotta dopo anni di tagli alla scuola pubblica, blocca il contratto degli insegnanti, vieta la stabilizzazione dei precari, nella legge di stabilità stanzia 220 milioni di euro a favore degli istituti paritari per il 2014, che sommati ai 260 milioni già stanziati per il 2013, porteranno a un totale di 480 milioni.

A questi dati va aggiunto il taglio del 30% del fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, fondo che finanzia iniziative come centri di aggregazione per adolescenti, attività educative e sperimentali o attività estive per bambini, servizi consolidati in molte città e risorsa indispensabile per molte famiglie.

Tutto ciò mentre la Commissione europea conferma che la spesa pubblica italiana per l'istruzione è una delle più basse d'Europa, aumentano gli abbandoni scolastici e diminuisce il numero dei laureati.

A noi pare che una simile situazione, che è anche il prodotto di politiche che negli anni hanno sempre più mortificato la scuola pubblica e chi vi lavora, non sia giustificabile da nessun vincolo di bilancio. Investire nei settori della conoscenza e della ricerca, potenziare l'istruzione pubblica, sono invece scelte essenziali non sono per garantire quei diritti che la nostra Costituzione tutela ma anche per imboccare finalmente la via dell'uscita dalla crisi.

Roma, 31 ottobre 2013

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