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Giovedì, 28 Marzo 2024

Arci Terni su cittadinanza negata ad un ventenne

iusCOMUNICATO STAMPA

L'Arci di Terni esprime totale e profonda solidarietà nei confronti del giovane ventenne Nigeriano, nato a Roma e cresciuto a Terni, che rischia di diventare l'ennesima vittima di una legge sull'immigrazione assurda ed incoerente, a causa di un cavillo burocratico.
La storia di questo giovane, riportata nei giorni scorsi dalla stampa locale, deve essere, a nostro parere, divulgata e diffusa proprio perché emblematica dell'assurdità di alcune dinamiche contemplate dalla legge Bossi Fini vigente, e di come queste possano segnare indelebilmente la vita delle persone.
Questa è solo l'ultima, delle tante drammatiche storie che hanno come comune denominatore la rigidità di una legge sull'immigrazione che ignora la storia, l'appartenenza culturale, e le vicissitudini personali dei soggetti, giudicando solamente attraverso la supposta provenienza territoriale delle persone.
Il ragazzo infatti, pur essendo nato e cresciuto in Italia, ed essendo perfettamente integrato all'interno della comunità locale, dove negli anni ha costruito una forte rete sociale e relazionale, rischia di essere "spedito" in un paese del quale non conosce nulla ma che per la "nostra" legge gli è attribuito come patria.
Nel codice vigente infatti, non esistendo in Italia il principio dello jus soli, un bambino nato nel nostro paese da cittadini stranieri, al compimento dei diciotto anni ha solo un anno di tempo per richiedere la cittadinanza italiana, e solo a certi requisiti. Decorso questo termine non ci sono diritti acquisiti o riconosciuti, come se si cancellasse un intero percorso di vita.
Quest'ennesimo episodio ci ricorda con forza come la legge sull'immigrazione in vigore sia ingiusta e superficiale, e di quanto sia urgente una sua profonda rivisitazione.

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