Più risorse per l'istruzione pubblica e la ricerca
Il governo deve cambiare rotta se davvero vuole
portare il paese fuori dalla crisi
Dichiarazione di Francesco Camuffo, responsabile nazionale Scuola dell'Arci
Mentre è in discussione alla Camera il c.d. decreto Istruzione, si cominciano a conoscere in maniera più dettagliata i contenuti della legge di stabilità e il quadro, per quel che riguarda il diritto allo studio, non è affatto buono.
Gli stanziamenti presenti nel decreto sono infatti ancora del tutto insufficienti per segnare quell'inversione di tendenza di cui ci sarebbe assolutamente bisogno per contrastare la dispersione scolastica, qualificare l'offerta formativa anche attraverso la stabilizzazione del personale, potenziare il welfare studentesco a sostegno di giovani e famiglie sempre più in difficoltà a causa della crisi.
E mentre il governo lamenta la difficoltà a reperire risorse per invertire la rotta dopo anni di tagli alla scuola pubblica, blocca il contratto degli insegnanti, vieta la stabilizzazione dei precari, nella legge di stabilità stanzia 220 milioni di euro a favore degli istituti paritari per il 2014, che sommati ai 260 milioni già stanziati per il 2013, porteranno a un totale di 480 milioni.
A questi dati va aggiunto il taglio del 30% del fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, fondo che finanzia iniziative come centri di aggregazione per adolescenti, attività educative e sperimentali o attività estive per bambini, servizi consolidati in molte città e risorsa indispensabile per molte famiglie.
Tutto ciò mentre la Commissione europea conferma che la spesa pubblica italiana per l'istruzione è una delle più basse d'Europa, aumentano gli abbandoni scolastici e diminuisce il numero dei laureati.
A noi pare che una simile situazione, che è anche il prodotto di politiche che negli anni hanno sempre più mortificato la scuola pubblica e chi vi lavora, non sia giustificabile da nessun vincolo di bilancio. Investire nei settori della conoscenza e della ricerca, potenziare l'istruzione pubblica, sono invece scelte essenziali non sono per garantire quei diritti che la nostra Costituzione tutela ma anche per imboccare finalmente la via dell'uscita dalla crisi.
Roma, 31 ottobre 2013
Lunedì 7 alle ore 21:30
Presso Circolo Arci Il Parco dei Pini (Narni Scalo)
Sala polivalente Peppino Impastato
INCONTRO, DIBATTITO E RIFLESSIONE
SUL TEMA DELL'IMMIGRAZIONE
IN MERITO AGLI ULTIMI TRAGICI AVVENIMENTI
Porteranno la loro testimonianza alcuni ragazzi nordafricani attualmente ospitati presso le strutture di Arci Terni
Intervengono:
Alfonso Morelli, Assessore del Comune di Narni
Simona Botondi, Resp. Immigrazione Arci Terni
Piera Piantoni, Assessore del Comune di Narni Francesco Camuffo, Pres. Arci Terni
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"Ci sono corpi ovunque", dicono con orrore i soccorritori. Finora sono stati recuperati più di 90 cadaveri, ma almeno 250 persone sono ancora disperse. Questa l'ultima tragedia che si è consumata stamattina a Lampedusa. Una vera strage, che provoca in noi dolore ma anche una grande rabbia.
Dov'erano le motovedette di Frontex, il sistema di avvistamento in mare voluto dall'Ue, che oltre a garantire l'inviolabilità delle frontiere europee – nelle intenzioni di chi lo ha ideato e finanziato – dovrebbe, almeno sulla carta, intervenire anche per operazioni di salvataggio in mare?
Cosa deve ancora succedere perché il governo si decida a cambiare radicalmente rotta sull'immigrazione, rendendo finalmente possibili gli ingressi legali in Italia e consentendo a chi arriva per chiedere protezione di farlo in sicurezza.
Si additano giustamente gli scafisti come spregevoli trafficanti, ma non ci si interroga sul perché i profughi, per arrivare in Europa, non hanno altra possibilità se non quella di affidarsi a loro, pagando cifre enormi.
L'ipocrisia di una classe politica che in tutti questi anni non ha messo mano a una legislazione che criminalizza i migranti, non si occupa della loro sicurezza, non prende misure per garantire un'accoglienza dignitosa e ora si dice addolorata è diventata davvero intollerabile.
Pensare che la risposta a simili tragedie stia in un ulteriore giro di vite della chiusura delle frontiere e della cosiddetta lotta all'immigrazione clandestina - come si sente dichiarare in queste ore - significa soltanto rafforzare irresponsabilmente le cause che le provocano.
Chiediamo che in tutto il paese si proclami una giornata di lutto nazionale per ricordare e onorare come è giusto tutte queste persone che hanno perso la vita per fuggire da guerre e violenze e trovare ospitalità in un'Europa che ha blindato le proprie frontiere.
Chiediamo che vengano sospesi tutti gli accordi bilaterali sottoscritti dall'Italia con i paesi del nord africa, a cominciare da quello con la Libia.
Chiediamo che vengano immediatamente adottate le misure necessarie a garantire un'accoglienza dignitosa e rispettosa dei diritti umani per le persone che sbarcano sulle nostre coste. Non si può scaricare sulla sola comunità di Lampedusa la gestione degli arrivi.
Chiediamo che il governo italiano proponga con forza all'Europa di aprire un corridoio umanitario per i profughi siriani e per quanti arrivano dai paesi del corno d'africa per chiedere protezione.
Questa strage deve finire. Vogliamo poterci sentire cittadini di un paese che rispetti i valori di umanità e civiltà.
Roma, 3 ottobre 2013
E' stato pubblicato il bando per la selezione di 8.148 volontari da impiegare in progetti di servizio civile in Italia e all'estero.La data di scadenza per la presentazione delle domande è il 04/11/2013 ore 14.00.
Entro questa scadenza la domanda di partecipazione, in carta semplice, va fatta pervenire esclusivamente all'indirizzo indicato nella prima pagina del progetto prescelto.
Scarica il bando e gli allegati per fare domanda:
Bando 2013
Allegato 2
Allegato 3
Per ulteriori informazioni sui bandi a Terni: tel. 393/9212082 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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