di Carla Dolci
Sabato 23 febbraio 2013 si è svolta la prima edizione ternana della "Cena al buio" organizzata dall' UNIONE ITALIANA CIECHI E IPOVEDENTI in collaborazione con il BEST WESTERN GARDEN HOTEL che ha messo a disposizione i locali aderendo a tale iniziativa.
"E' stato fatto un attento lavoro di preparazione per la cena; insieme agli amministratori dell' UNIONE ITALIANA CIECHI di Rimini e noi di Terni, abbiamo dovuto valutare l'idoneità dei locali, dall'oscurazione delle stanze ai percorsi dove dovevano passare i camerieri non vedenti con i carrelli per il servizio" ci spiega Daniele Maccaglia, ragazzo che fa parte dell'associazione ternana.
Ed infatti il lavoro è stato arduo; sono stati necessari diversi sopralluoghi per preparare la sala ristorazione dove si è svolta la cena, si sono dovute coprire tutte le fonti di luce, assicurarsi che dalla cucina non passasse luce alla sala attraverso la porta, modificare la disposizione del mobilio e dei tavoli affinchè anche coloro che già conoscevano il posto non potessero basarsi sulla memoria, assicurarsi che ci fosse lo spazio necessario per permettere ai tre camerieri di poter servire ai tavoli senza complicazioni.
Le richieste dell'ARCI al futuro governo
Il nostro è un Paese straordinario. L’Italia possiede una delle Costituzioni più belle del mondo, scritta da persone che hanno creduto nella democrazia, nella partecipazione attiva dei cittadini, nella solidarietà e nella giustizia. Viviamo in un Paese ricco di un patrimonio culturale, artistico e naturalistico che tutto il mondo ci invidia. Per secoli abbiamo dato vita a una importante cultura umanistica e scientifica. Abbiamo fatto della partecipazione civica il pilastro fondamentale della nostra democrazia. Il nostro statuto dei lavoratori è un caposaldo della difesa dei diritti e della piena attuazione del primo articolo della Carta Costituzionale. Siamo stati protagonisti del progetto di costruzione dell'Unione Europea.
Leggi tutto...Lettera aperta di Francesco Camuffo, Presidente ARCI Terni
Il tessuto sociale di questa città sta cambiando. Ce ne stiamo accorgendo sulla pelle, noi dell'Arci che da qualche mese abbiamo la nostra nuova base operativa nello storico Palazzone di Viale Brin.
La consapevolezza emerge con tutta la forza, il colore e l'esotismo del caso, vivendo anche soltanto qualche ora nell'antico quartiere operaio di Sant'Agnese. I luoghi delle vecchie classi subalterne (o più semplicemente dei "poveri") sono oggi rianimati da un meticciato culturale degno delle città di dimensioni più grandi.
I nuovi poveri prendono il posto dei vecchi rianimando case pregne di una storia in tanti modi raccontata. Gli stessi mattoni ma un'altra umanità, quella che chiede accoglienza come pure quella che accoglie.
Un pezzo importante dell'identità di Terni è stato sicuramente, e per lungo tempo, lo spirito d'accoglienza. Forse proprio perché la storia moderna di questa città è stata fatta più dai forestieri che dagli indigeni. Oggi paura, diffidenza, scetticismo iniziano a pervadere sempre di più l'ambito della relazione con gli altri. Sono il frutto della sensazione d'incertezza, di mancanza di fiducia verso il futuro, del clima di precarietà imminente. La parte peggiore della crisi.
Ma ciò che impressiona di più è che la città nel suo complesso non sia capace di ritrovare la bussola.
La Presidenza nazionale dell'Arci, valutato il quadro politico che si è determinato dopo il voto, reputa del tutto sbagliata e contraria alla volontà della maggioranza degli elettori qualsiasi ipotesi di costruzione di un 'governissimo' basato sull'alleanza della coalizione Italia Bene Comune con il centrodestra di Berlusconi.
Il problema della costruzione di un nuovo governo, che l'esito del voto non rende certamente semplice, può trovare soluzione solo nella ricerca di punti di convergenza sulle cose concrete da fare immediatamente fra il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle, il quale ha ottenuto un notevole risultato di consensi elettorali che non può in nessun modo essere sottovalutato.
Riteniamo che ciò sia anche nell'interesse di quel Movimento, che può così dimostrare non solo capacità di protesta, ma anche di proposta in un momento di massima gravità per le condizioni del paese.